PER CHI VUOLE FREGARE IL POPOLO
27/08/10 h 22:33
"38°?domani t prenoto x Lourdes.Qui mandano via la gente,il parcheggio è un ring.Avanti così ce li portiamo a eataly, o facciamo una s.p.a. Notte, t chiamo domani (e buon brodino :)"
Un anno esatto fa sono stata ospite forzata da queste parti perchè ospitavo uno staphylococcus aureus.
Dopo una settimana la voce su una degente forestiera si era già sparsa, e l'unica soluzione per superare la convalescenza fu tirar tardi facendo ping pong tra i locali del centro, finendo per dormire tutto il giorno e concludere la vacanza in un'infinita serie di brindisi d'addio.
Fu pazzesco scoprire, qualche mese più tardi, che uno dei migliori club dove mi ero abituata a far tappa era saltato per aria dal giorno alla notte.
Il passaparola raccontava di un ordigno rudimentale piazzato all'ingresso qualche ora dopo la chiusura. Fortunatamente non c'erano stati feriti, ma l'esplosione era riuscita a sventrare tutto danneggiando persino gli appartamenti ai piani superiori, perciò l'Havana sarebbe rimasto inagibile fino a data da destinarsi, lasciando parecchi orfani dei suoi mojitos.
Il subbuglio silenzioso che seguì mi lasciò immaginare che la faccenda sarebbe stata archiviata dalle autorità senza alcun esito, e come insegna la cronaca, il proprietario avrebbe appeso lo shaker al chiodo e cambiato professione senza pensarci due volte.
Però, nelle settimane successive, i clienti fissi avevano iniziato a parlarne fino a costituirsi in un gruppo di solidarietà on/offline che nel giro di due mesi era riuscito a trascinare in piazza tutti quelli per cui l'omertà sembrava essere passata definitivamente di moda, e che si erano ormai affezionati all'impeccabile gestione.
Sul trenino a due vagoni che collega Foggia a Siponto ho pensato a che fine avesse fatto Michele e il suo cocktail bar, visto che non ricordo nessun episodio analogo a lieto fine. Invece, in serata scopro che l'Havana ha riaperto i battenti, e che a gestirlo è suo fratello, un bartender under20 convinto di poter soppiantare i pessimi gusti musicali degli avventori a colpi di TOTO & Guns'n'Roses, mentre lui ha da poco aperto un delizioso ristorante a un passo dall'istituzione dolciaria cittadina, un chiosco dove per un cono non si aspetta meno di venti minuti.
Ho avuto la fortuna di provare il polipo fritto in aceto balsamico e i ravioli di pesce spada: la ricetta è ucraina, ma il cuoco li ha brandizzati con un'insolita forma triangolare e la crema di pesto e seppie. Mi godo il jazz e un bicchiere di bianco dopo l'altro, accorgendomi di essere circondata dal brusìo di gradimento degli altri tavoli e gli sguardi famelici alle portate in equilibrio sui polsini dei camerieri.
A un mese dall'inaugurazione è ancora necessario prenotare per non restare in piedi, e lo staff è un po' preoccupato che capiti proprio con qualche Gambero Rosso in incognito.
Chissà lo smacco dei bombaroli, quando dovranno mettersi in fila.
"38°?domani t prenoto x Lourdes.Qui mandano via la gente,il parcheggio è un ring.Avanti così ce li portiamo a eataly, o facciamo una s.p.a. Notte, t chiamo domani (e buon brodino :)"
Un anno esatto fa sono stata ospite forzata da queste parti perchè ospitavo uno staphylococcus aureus.
Dopo una settimana la voce su una degente forestiera si era già sparsa, e l'unica soluzione per superare la convalescenza fu tirar tardi facendo ping pong tra i locali del centro, finendo per dormire tutto il giorno e concludere la vacanza in un'infinita serie di brindisi d'addio.
Fu pazzesco scoprire, qualche mese più tardi, che uno dei migliori club dove mi ero abituata a far tappa era saltato per aria dal giorno alla notte.
Il passaparola raccontava di un ordigno rudimentale piazzato all'ingresso qualche ora dopo la chiusura. Fortunatamente non c'erano stati feriti, ma l'esplosione era riuscita a sventrare tutto danneggiando persino gli appartamenti ai piani superiori, perciò l'Havana sarebbe rimasto inagibile fino a data da destinarsi, lasciando parecchi orfani dei suoi mojitos.
Il subbuglio silenzioso che seguì mi lasciò immaginare che la faccenda sarebbe stata archiviata dalle autorità senza alcun esito, e come insegna la cronaca, il proprietario avrebbe appeso lo shaker al chiodo e cambiato professione senza pensarci due volte.
Però, nelle settimane successive, i clienti fissi avevano iniziato a parlarne fino a costituirsi in un gruppo di solidarietà on/offline che nel giro di due mesi era riuscito a trascinare in piazza tutti quelli per cui l'omertà sembrava essere passata definitivamente di moda, e che si erano ormai affezionati all'impeccabile gestione.
Sul trenino a due vagoni che collega Foggia a Siponto ho pensato a che fine avesse fatto Michele e il suo cocktail bar, visto che non ricordo nessun episodio analogo a lieto fine. Invece, in serata scopro che l'Havana ha riaperto i battenti, e che a gestirlo è suo fratello, un bartender under20 convinto di poter soppiantare i pessimi gusti musicali degli avventori a colpi di TOTO & Guns'n'Roses, mentre lui ha da poco aperto un delizioso ristorante a un passo dall'istituzione dolciaria cittadina, un chiosco dove per un cono non si aspetta meno di venti minuti.
Ho avuto la fortuna di provare il polipo fritto in aceto balsamico e i ravioli di pesce spada: la ricetta è ucraina, ma il cuoco li ha brandizzati con un'insolita forma triangolare e la crema di pesto e seppie. Mi godo il jazz e un bicchiere di bianco dopo l'altro, accorgendomi di essere circondata dal brusìo di gradimento degli altri tavoli e gli sguardi famelici alle portate in equilibrio sui polsini dei camerieri.
A un mese dall'inaugurazione è ancora necessario prenotare per non restare in piedi, e lo staff è un po' preoccupato che capiti proprio con qualche Gambero Rosso in incognito.
Chissà lo smacco dei bombaroli, quando dovranno mettersi in fila.



Cara cugina sei fantastica!
RispondiEliminaloro, loro..e incrociamo le dita :)
RispondiEliminaBell'articolo!
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